IL RISCALDAMENTO VOCALE
Il riscaldamento del corpo prima di qualunque tipo di performance sportiva è usato e praticato con molta attenzione dai professionisti proprio per evitare di mettere l'organismo in una condizione di stress “a freddo” che potrebbe arrecare danni in particolar modo all'apparato muscolo-scheletrico.
Nel caso dei cantanti avviene lo stesso.
Le corde vocali sono attivate da muscoli e tendini che vanno “riscaldati” e portati gradualmente ad una condizione di sovrautilizzo rispetto a quello che la natura prevede.
Ricordiamoci sempre che le corde vocali non sono state create per parlare assiduamente...figuriamoci per cantare!
Questo tipo di approccio andrebbe utilizzato in realtà anche da insegnanti o relatori prima di affrontare tante ore di spiegazioni o di letture.
Uno studio di Elliott, Sundberg e Gramming (1995) ha cercato di determinare se il riscaldamento vocale produce gli stessi effetti delle pratiche di riscaldamento di altre muscolature in altre parti del corpo, cioè l’aumento della vascolarizzazione muscolare con diminuzione della rigidità e miglioramento della loro flessibilità.
I risultati hanno evidenziato come indubbiamente il lavoro sulle variazioni di altezza tonale allunga i muscoli coinvolti e che il riscaldamento vocale può accrescere il flusso ematico ai muscoli e ai tessuti, ridurre le secrezioni mucose, ridurre la tensione muscolare eccessiva, ottimizzare il coordinamento dell’attività motoria vocale.
Di fatto esso potenzia la performance individuale dei muscoli del torace della laringe e del vocal tract (tratto vocale) e il coordinamento tra loro.
Una prova sperimentale della reale efficacia del riscaldamento vocale nell’ottimizzare la performance canora, è stata fornita dalla comparazione degli effetti degli esercizi di riscaldamento a breve termine rispetto a condizioni di riposo.
Il riscaldamento non modifica i livelli minimi e massimi di estensione, ma accresce il livello di pressione fonatoria per i toni acuti.
Ciò dimostra che:
gli esercizi di riscaldamento vocale aumentano la viscosità delle corde vocali, favorendo così la stabilità dei toni acuti. (Motel T. et al., 2003).
Il riscaldamento non deve però essere confuso con la pratica dei vocalizzi ed ha lo scopo di creare allungamento e stretching dei muscoli per prepararli ad un lavoro atraumatico, mentre i vocalizzi hanno lo scopo di verificare prima della performance particolari capacità canto-relate e sono il bagaglio dei vari stili di canto.
Nella pratica però molti cantanti utilizzano i vocalizzi sottoforma di lenti glissati su tutto il range vocale come fossero un riscaldamento, altri lavorano solo su vocali e altri su consonanti.
Alla fine dei conti è importante scaldare la voce in modo morbido e graduale, utilizzando il metodo che più ci si addice e avendo cura di mettere in moto tutta la muscolatura della laringe.
La lunghezza del riscaldamento, anche se può sembrare strano, dovrebbe essere inversamente proporzionale alla durata della performance che lo seguirà:
per lunghe sessioni un breve riscaldamento, ma per brevi sessioni (una canzone solamente) potete riscaldare anche fino a un’ora .
Durante le fasi di riscaldamento non è importante che cosa si canta, ma come lo si fa.
Vale la pena ricordare che
in situazioni di debolezza o malattia, un accurato riscaldamento è la terapia più importante per ridurre il rischio di danni.
Alcuni artisti trovano utili eseguire un blando riscaldamento vocale ogni mattina, oltre a riscaldamento completo prima di una lezione o di una performance.
Questo può essere utile se il soggetto ha qualche difficoltà vocale relativa a reflusso gastrico o a periodi di affaticamento.
L’uso di intensità vocali elevate, la scarsa umidità dell’aria e l’esecuzione da seduti sembrano essere fattori non favorenti un corretto riscaldamento vocale (Vintturi , 2001).
Dunque un riscaldamento vocale completo va eseguito con calma, concentrazione e attenzione ai minimi dettagli e in buono stato di idratazione.
Per questo aspetto può essere utile ricordare le tecniche di idratazione mucosa più rapide, come quella suggerita da Borragan, in caso di disidratazione mucosa.
- Inutile bere troppa acqua prima di una performance, favorisce solo il reflusso.
- Evitare pastiglie balsamiche specie se a base di mentolo e l’erisimo che, se risulta utile in stati flogistici delle mucose, può creare, in stati di normalità, disidratazione con indurimento della voce.
- Evitare anche l’abuso di antidolorifici che potrebbero mascherare i primi segnali di sforzo vocale.
Il concetto di riscaldamento non è limitabile alla sola pratica di emissione di vocalizzi ma riguarda la preparazione ‘atletica’ di tutto il corpo, attraverso delle tappe, che necessitano in totale un tempo medio di 20 minuti: tecniche di concentrazione, tonicità muscolare del corpo, verifica degli automatismi dinamici respiratori, prontezza dell’intonazione e agibilità dell’estensione.
Gli esercizi vocali dovrebbero essere iniziati a intensità moderata nell’ottava centrale di comodità con attacco vocale libero da tensioni e concentrazione sulla propriocezione del suono nelle cavità di risonanza (percezione del suono avanti evitando imposizioni di atteggiamento di “sbadiglio” o inscurimento del timbro. Utile in questo senso:
non pensare alla gola-laringe-corde vocali
pensare ad una mandibola cadente verticale senza forzare l’abbassamento ma al contrario pensando all’allontanamento da essa del resto del cranio e del massiccio facciale
Metto qui a seguito alcune routine di riscaldamento per cantanti prima della performance prese dal metodo di Franco Fussi, esperto di voce.
Durata sessione di riscaldamento: 10 minuti
Pensare all’interno del proprio corpo e alle emozioni, scegliendo un posto dove sia possibile concentrarsi. Fare un rapida rassegna delle tensioni accumulate in giornata, per ristabilire la ‘neutralità’ corporea e potersi concentrare sulla voce e sul momento di entrata in scena.
Compiere qualche minuto di leggera ginnastica aerobica per migliorare la circolazione e il tono muscolare.
Dopo pochi minuti compiere qualche esercizio di stretching col capo, le braccia, le spalle e i fianchi. Effettuare anche alcuni profondi sbadigli e scrollare braccia e gambe per liberarle dalle tensioni.
Pratica della tecnica di “sbadiglio-sospiro” : Inspirare lentamente come per initziare uno sbadiglio e percependo l’aria in retrofaringe, mantenere mandibola cadente e lingua rilassata nel pavimento orale e spalle rilassate, espirare lentamente, ripetere con emissione vocale di 5 secondi circa
Rilassare e massaggiare la mandibola con i palmi delle mani con movimenti circolari e produrre “mamama” o “wawawa” con contatti labiali molto leggeri.
Produrre un lieve “mmmm” su una nota comoda grave
Vocalizzo dalla cannuccia: Dopo aver inspirato lentamente su atteggiamento di pre-sbadiglio, espirare come soffiando lentamente in una cannuccia. Ripetere l’inspirazione e poi vocalizzare sempre come nella cannuccia
Tratto da "Naturopatia Vocale - La cura naturale della voce per il cantante" di Francesca Chiara Casellati
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